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Mattia Cacciatori è un giovane fotoreporter che ha trascorso parte degli ultimi anni in Cisgiordania, a Ramallah, per documentare il conflitto israelo-palestinese. I suoi amici sono dunque abituati ad averlo lontano, a saperlo in giro per il mondo. L’8 luglio 2013 le prime pagine dei giornali accostarono, all’improvviso, le parole Mattia e Farnesina, io stesso mi ero quasi scordato che il mio amico fosse in Turchia per le rivolte di Gezi Park. Stavo seguendo, tra l’inerzia di Twitter, quelle giornate di Istanbul e quando la parola Mattia entrò nello schermo, in tutti gli schermi, mi trovai senza più nulla da dire e senza più nulla da pensare su quei giovani che vedevo manifestare e sulla questione turca in generale. D’un tratto l’unica immagine possibile di quella rivolta era formata da quell’insieme di parole che, lapidarie, su tutti i quotidiani italiani online e non, descrivevano l’ar...