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Non sono di quelli che possono vantare di averlo conosciuto bene e peraltro odio la morte e i necrologi, per cui mi si perdonerà il tono impacciato con cui scrivo di Mario Dondero in questa occasione. È che, ancor prima che il fotografo, è l’uomo straordinario che è stato, come tutti hanno testimoniato di lui fino a farne una leggenda proprio da questo punto di vista, a non permetterci un ricordo scontato. Generoso, umile, solidale, impegnato con tutti – purché non antagonisti politici! ancora negli ultimi anni rivendicava di essere “comunista” guardando gli interlocutori a cui si rivolgeva con sguardo sornione, non di sfida né di ironia –, ma soprattutto spontaneo in tutte le sue manifestazioni. La naturalezza è stato il carattere che tutti gli abbiamo riconosciuto non solo come persona ma anche come fotografo, tanto da farne la sua etica-estetica. La questione che incarnava era in effetti proprio questo...