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“La fotografia è stata e continua a essere per me una passione, la conquista di un linguaggio, l’occasione di incontri, lo strumento di un’avventura umana”: così nell’Introduzione alla prima edizione nel 2001, che rimane nell’attuale riedizione aumentata di Obiettivo ambiguo di Ferdinando Scianna. Chi lo conosce, anche poco, sa che questo è stato e continua a essere vero. Chi lo guarda con un po’ di distanza storica o critica, sa che questo è anche il suo limite, quello “umanistico” di dar per certi che questi – passione, conquista, incontri, avventura – siano dei valori incontestabili e incontestati.
Di lui, lo dico subito, ciò che ammiro di più è la generosità non pelosa né affettata, anzi secca, quasi brusca, come quella dei timidi – non sembrerebbe che lo sia, così loquace e incontenibile quale si manife...